(per 12 madeleines)
Dal luglio 2002 a settembre 2004 abbiamo vissuto in Francia, per l'esattezza sul confine tra la Francia e la Svizzera, in un paesino che si chiama St. Genis Pouilly.
Avevamo affittato un appartamento mansardato al terzo piano di una palazzina che faceva parte di un complesso di 4 edifici, con un grande giardino in mezzo.
Gine aveva 5 anni e Giona 2, Iacopo era ancora dentro ai nostri cuori.
Germano aveva vinto una fellowship al CERN, un grande orgoglio per tutti noi e un importante traguardo per la sua carriera da fisico nucleare.
I primi due mesi sono stati di assestamento.
A settembre Ginevra incominciava il suo ultimo anno d'asilo nella scuola pubblica francese. Ha avuto un inizio molto traumatico, visto che non conosceva la lingua e i bambini non riuscivano a capirla, ma dopo due mesi, parlava già il francese, si è fatta dei nuovi amici e nel suo viso è ricomparso il sorriso che sembrava aver perso.
Io avevo deciso di riprendere la mia carriera universitaria di Storia dell'arte, che avevo "sospeso" per qualche anno per dedicarmi ai nostri figli. Dopo alcune ricerche, Germano aveva scoperto che l'Università di Firenze, permetteva agli studenti di seguire le lezioni a distanza e fare in presenza solo gli esami. C'era un treno, il mio grande compagno di ansie pre esame, che partiva da Ginevra alle ore 21 e arrivava a Firenze alle 6 del mattino, perfetto per le mie esigenze famigliari e distanziamento geografico, ma dovevamo di certo organizzarci al meglio.
Il primo anno sono rimasta a casa con Giona, e cercavo di studiare come potevo: durante la sua siesta, nei weekend, dopo il rientro di Germano o quando qualche nostro amico, impietosito, se lo portava via per qualche ora.
Germano partiva al mattino per il laboratorio e rientrava alla sera, a volte faceva la pausa pranzo a casa per lasciare a me un po' di tempo per trascrivere gli appunti.
Dal lunedì al venerdì, tranne per un mercoledì al mese nel quale non c'era lezione, verso le 3.30 pm, preparavo Giona e andavamo a prendere Ginevra a scuola, a circa 10 minuti a piedi da casa. Per farlo dovevamo attraversare un piccolo bosco, costeggiando un fiumicciatolo.
Era un percorso molto pittoresco e Giona si divertiva tantissimo lanciando sassi, raccogliendo bastoncini e, non appena mi distraevo un po', bagnandosi i piedini.
Io ero solita portare un'abbondante merenda che Gine e Giona condividevano con i bambini che trovavano nel parco adiacente alla scuola e nel quale, nonostante la pioggia o la neve, ci fermavamo ogni giorno a giocare.
Di rientro, riempivo la vasca con acqua tiepida e i bambini si intrattenevano a giocare con tutte le paperelle e le barchette a corda che erano in ammollo insieme a loro, fino all'arrivo del papà.
Poi si cenava e si giocava insieme, fino all'ora di andare a nanna.
Spesso ci venivano a trovare degli amici. Eravamo in una zona circondata da organizzazioni internazionali e quindi c'erano molte persone che, come noi, si erano trasferite "da sole" e, avevano bisogno di colmare il vuoto che le proprie famiglia e amici, essendo lontani, avevano lasciato.
È infatti in questi anni, che sono nate alcune delle più belle amicizie che, nonostante la distanza, conserviamo tutt'ora.
Tra i più cari, ci sono Alberto e Alicia. Ricordo un pomeriggio di maggio in cui siamo andati a fare merenda da loro ... cioè, merenda, cena, dopo cena, perché le nostre riunione duravano sempre moltissimo.
Alberto ha aperto la porta e ci ha invitato a raggiungere Alicia che era in cucina.
Siamo stati subito travolti da un profumo meraviglioso: Alicia ci aveva preparato le madeleines.
Dopo averle letteralmente divorate, le ho chiesto ovviamente la ricetta, che non è proprio quella che vi propongo oggi, ma diciamo che è stata di grande ispirazione.
Così sono passati due anni, tra bellissime amicizie, esami da preparare e una vita da organizzare.
Germano lavorava tantissimo ed ha avuto, insieme ad altri fisici italiani e non, il grande onore di essere uno dei grandi protagonisti delle prime produzioni di anti-idrogeno.
Ginevra, ormai affermatissima con il francese, si era integrata completamente nella vita del nostro paesino di residenza e partecipava molto attivamente a tutte le feste, eventi e riunioni possibili e immaginarie.
Giona aveva incominciato l'asilo nella sezione "trop petit" e, dal primo giorno, si era innamorato perdutamente della sua maestra Corin, alla quale schiacciava l'occhio ogni volta che le passava accanto.
E io, il 28 aprile 2004 finalmente mi sono laureata.
La Francia l'abbiamo vissuta per solo 27 mesi, che nella vita di una persona puo' sembrare poco, ma per noi sono stati talmente intensi tanto nella sfera personale, famigliare, lavorativa che culturale che ci hanno segnato per sempre.
1 uovo medio
70 g di burro fuso e a temperatura ambiente
70 g di zucchero
1 pizzico di sale
la buccia grattugiata di un limone non trattato
3 cucchiai di succo di limone
80 g di farina 0
4 g di lievito per dolci
un pizzico di sale
Per la glassa
- 40 g di zucchero a velo
- 1 cucchiaio di succo di limone
- frutti rossi liofilizzati
Come si prepara
Accendi il forno a 220 C.
Sbatti l’uovo con lo zucchero per 3 minuti, fino ad ottenere un composto molto schiumoso.
Incorpora la farina precedentemente setacciata insieme al lievito.
Sempre sbattendo, unisci il burro fuso e a temperatura ambiente, il sale e la scorza e succo di limone.
Sbatti fino ad ottenere una crema liscia ed omogenea.
Versa una cucchiaiata di composto in ogni incavo dello stampo da madeleines precedentemente imburrato con cura.
Livella il composto in modo tale che rimanga a filo di ogni incavo.
Metti la placca di madeleines in forno, cuoci 2 minuti e abbassa subito la temperatura a 180°C e cuoci per altri 10/12 minuti circa.
Prepara la glassa versando lo zucchero a velo in una terrina insieme ad un cucchiaio di limone, mescola e poi, piano piano, aggiungi (tutto o parzialmente, a seconda della consistenza che vuoi ottenere) il secondo cucchiaio.
Quando le madeleines si saranno raffreddate completamente sommergile parzialmente nella glassa e cospargivi sopra un po’ di polvere di frutti rossi liofilizzati.